Marcello Pera, chi è il filosofo candidato dal centrodestra al Quirinale

Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Norbio: sono questi i tre papabili ufficializzati dalla coalizione di centrodestra. Scopriamo chi è il primo, filosofo ed ex presidente del Senato.

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Marcello Pera nella rosa del centrodestra.

Il leader della Lega Matteo Salvini, saldo al timone della sua coalizione, nell’aula conferenze di Montecitorio ha annunciato i 3 nomi ufficiali della destra per il Quirinale insieme agli altri leader, Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e Antonio Tajani (Forza Italia).

Non siamo qui per imporre niente a nessuno, nonostante gli ultimi 30 anni la sinistra abbia di fatto scelto, avendo i numeri per farlo, i candidati Presidenti della Repubblica che poi si sono comunque rivelati all’altezza, faremo i nomi sperando ci sia voglia di dialogo”, ha detto Salvini.

Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Norbio: sono questi i tre papabili ufficializzati dalla coalizione di centrodestra, comunicati probabilmente con l’avallo di Silvio Berlusconi leader di Forza Italia.

Marcello Pera: dagli studi filosofici alla presidenza del Senato

Marcello Pera: dagli studi filosofici alla presidenza del Senato

La caratura di Marcello Pera è dimostrata anche solo dal fatto di esser citato nell’enciclopedia Treccani. Si legge: “Pera, Marcello, filosofo della scienza, editorialista e uomo politico italiano (n. Lucca 1943), può essere considerato fra i massimi studiosi italiani di K.Popper. Senatore dal 1996, prima nelle file di Forza Italia e poi (dal 2008) in quelle del Partito della libertà, dal 2001 al 2006 è stato presidente del Senato”.

Diplomato in ragioneria, Pera ha lavorato alla Banca Toscana e alla Camera di Commercio di Lucca. Poi, cambierà strada e studierà Filosofia a Pisa. Sarà proprio il filosofo e poi deputato Lucio Colletti a portarlo in Forza Italia. Nel suo discorso di insediamento come Presidente del Senato nel 2001, Pera aveva detto:

Non è soltanto il governo del popolo, la democrazia. Non è neppure soltanto il governo delle regole o della legge: è qualcosa di più difficile, ma anche di più esaltante. La democrazia è quel regime di governo che permette a chi si oppone di sostituire pacificamente chi prende le decisioni a nome della maggioranza.

Per questo la democrazia o lo strumento della democrazia non è soltanto il voto, ma l’argomentazione, il discorso, il confronto. Per sostituire chi governa, prima di votare, occorre confutare e criticare. Allo stesso modo per governare occorre argomentare e convincere

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