Che cos’è la Sovranità alimentare, Lollobrigida: “Non è un concetto fascista”

Il ministero dell'Agricoltura cambia nome e diventa della Sovranità alimentare. Vediamo di comprendere meglio il concetto e se questo ha a che fare con il sovranismo politico.

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Con il nuovo Governo alcuni ministeri hanno cambiato nome come ad esempio quello dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare affidato a Francesco Lollobrigida, 50 anni, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

La sovranità alimentare, di cui si fa portavoce il partito Fratelli d’Italia, non ha a che fare con il sovranismo politico caratteristico di molti Paesi conservatori e della coalizione di Giorgia Meloni, ma è un concetto che esiste da almeno 25 anni.

Sovranità alimentare, il neo ministro Lollobrigida spiega il senso del termine

sovranità alimentare_lollobrigida

Il termine sovranità alimentare potrebbe essere fuorviante per questo il neo ministro ha spiegato, in una lunga intervista al Corriere della Sera, il senso e gli obiettivi del Dicastero che gli è stato affidato dalla premier Giorgia Meloni:

La nuova definizione è la stessa usata in Francia e il concetto di “sovranità alimentare” appare anche nei documenti e nelle politiche di molti Paesi e organizzazioni del settore, dall’America Latina al Canada, alle stesse Nazioni Unite e alla Fao.

Il ministro ha specificato che la dicitura identica a quella del ministero dell’Agricoltura francese non è casuale. L’intenzione è quella di difendere i propri interessi nazionali, proprio come la Francia:

La sovranità alimentare non è un concetto fascista.

Ma un principio che nazioni con governi socialisti hanno addirittura inserito in Costituzione: penso all’Ecuador, al Venezuela.

Per Fratelli d’Italia, ha aggiunto Lollobrigida, è importante non sfruttare in modo intensivo gli allevamenti ma allo stesso tempo è indispensabile salvaguardare il prodotto italiano, il legame con il territorio, e la tutela dei piccoli allevatori.

Sovranità alimentare non è autarchia

Il concetto di sovranità alimentare affonda le sue radici nel 1996, quando è stato utilizzato da “Via Campesina”, una vasta organizzazione internazionale di agricoltori formata da 182 organizzazioni in 81 Paesi. Il termine è stato poi ripreso nei documenti e nelle politiche di molti Paesi. Secondo Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, il concetto però si discosta da quello di autarchia. Ecco cosa ha dichiarato al riguardo:

È il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari senza costrizioni esterne legate a interessi privati e specifici.

È un concetto ampio e complesso che sancisce l’importanza della connessione tra territori, comunità e cibo, e pone la questione dell’uso delle risorse in un’ottica di bene comune, in antitesi a un utilizzo scellerato per il profitto di alcuni.

La sovranità alimentare diventa un modo per combattere lo spreco alimentare, ha aggiunto Nappini, di cui Slow Food si è fatto promotore in tutto il mondo.

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