Coronavirus, nuova ordiza: come cambia la mappa dell’emergenza

Il virus rallenta e, come auspicato, le regioni d’Italia cambiano colore. Sono 5 le regioni che si aggiungono alla zona gialla, solo l’Abruzzo rimane nella rossa. Ecco la nuova mappa.

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Il virus rallenta e, come auspicato, le regioni d’Italia cambiano colore. Sulla base degli ultimi dati disponibili sull’andamento del contagio, il ministro della Salute Roberto Speranza firma la nuova ordiza che stabilisce gli spostamenti di zona delle regioni. Ufficializzata in Gazzetta domenica 6 dicembre, con l’ordiza la mappa d’Italia si colora prevalentemente di giallo, con ben 11 regioni ora considerate a basso rischio. Solo l’Abruzzo è ancora una zona rossa. Ecco cosa è cambiato.

Nuova ordiza, le regioni rosse

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Mappa dell’emergenza Covid in Italia aggiornata al 4 dicembre 2020.

Unica regione rossa al momento è l’Abruzzo. I dati epidemiologici però sono positivi e non si esclude un’uscita anticipata dalla zona rossa per l’8 dicembre. Ha detto il presidente di regione Marco Marsilio:

Il ministro Speranza mi ha comunicato la proroga di una settimana della zona rossa nella logica di completare i 14 giorni previsti dal Dpcm vigente.

Il ministro mi ha anticipato che nel Report della Cabina di Regia si dà atto positivamente del fatto che l’Abruzzo ha autonomamente anticipato l’adozione delle misure più restrittive che hanno portato l’indice Rt da 1.5 a 0.9.

Nuova ordiza, le regioni arancioni

In base alla nuova ordiza, da rosse diventano arancioni: Campania, Toscana, Valle d’Aosta e la provincia autonoma di Bolzano, che vanno ad aggiungersi a Lombardia, Calabria, Piemonte e Basilicata.

Nuova ordiza, le regioni gialle

Da arancioni diventano gialle ben cinque regioni: Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria. Queste vanno ad aggiungersi a Lazio, Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Veneto e provincia di Trento.

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Quando cambieranno ancora i colori?

Importante novità: con il nuovo Dpcm è stabilito che il Comitato Tecnico Scientifico può valutare di ridurre i tempi di permanenza di una regione in una determinata zona, senza attendere i 15 giorni, come invece stabilito in precedenza. Ciò significa che dal prossimo giovedì, giorno di riunione per valutare i dati della cabina di regia, la mappa potrebbe cambiare ancora.

L’istituto superiore di Sanità, però, raccomanda prudenza. Nonostante l’epidemia nel Paese sembra ridursi, la pressione esercitata sugli ospedali di regioni come Calabria, Puglia e Sardegna è ancora alta.

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